Da tanto tempo ormai il nostro amico Addenbraun ci ha reso consapevoli della nostra personale pena infernale, quella che ci vede protagonisti del contrappasso di chi, studiando comunicazione, non è mai in grado di comunicare ad un babbano (anche il più colto) cosa sia la semiotica.
Ma forse il sofisticato circolo semiotico bolognese (italiano, và..=)) non pensava che tutto il mondo semiotico, anche il più nordico e ottuso, organizzato e pragmatico circolo danese, avesse lo stesso identico problema.
Infatti anche la mia tutor danese al Center for Semiotics di Aarhus ha avuto la sua ennesima conferma dell'eterno ritorno del fraintendimento e della frustrazione: mentre sosteneva una scholarship di semiotica a Padova tentò di spiegare ad un amico ungherese, nel suo italiano incerto, cosa fosse questa bestia rara: "la semiotica è la scienza che studia i segni".
E l'amico ungherese, tradito dal suo incerto orecchio italiano, strabuzzò gli occhi e disse, ancora un po' interdetto: "cosaaaa??esiste una scienza che studia i SENI?"
La semiotica è vasta, impossibile coprirla tutta. Forum di attualità, cultura e innovazione degli studenti di Discipline Semiotiche, Bologna. IL PE_RIZOMA è UNA RIVISTA GRATUITA! MAIL: pe_rizoma@yahoo.it
13 gennaio, 2007
Problemi comuni
Postato da Esila alle 20:46 2 interpretante/i
Nomotetizzazioni >> comunicazione
05 gennaio, 2007
il compleanno del sema
la natività, diciamo. E la sua celebrazione, che si rinnova per la settantacinquesima volta.
Oggi LUI, il semiotico, insomma. L'eccelso, l'inenarrabile, colui che tutto può. Colui che, come ama dire qualcuno di noi che per ovvi motivi di incolumità ama rimanere nell'ombra: "se una cosa può essere pensata, allora EGLI ci ha già scritto un libro. Ed è certamente, mi pare ovvio, il più esauriente sull'argomento."
Si, insomma, stiamo parlando del sommo, l'iridescente, il vibratore di tutte le nostre voglie di conoscenza (e chi era all'ultimo seminario di semiotica alla Scuola Superiore di Studi umanistici questo lo sa).
Vabbé, facciamola breve: è il compleanno dell'Umberte.
Fa scena comunque, che i diversi articoli apparsi in questi giorni sui giornali parlassero di romanziere (...potrete ricordarvi di lui per bestsellers come "Il nome della rosa", "l'isola del giorno prima", "guarire con le erbe" e "147 ricette per il focolare").
Addirittura, un noto giornale calabro-siciliano di cui non possiamo assolutamente dire che si chiama La Gazzetta del Sud, titolava euforico nell'occhiello al pezzo commemorativo: "compie 75 anni uno degli intellettuali più famosi al mondo: ha già ricevuto 333 lauree honoris causa."
La foto mostrava l'Umberte, mani all'aria, in un chiaro gesto di natura pelvica (vieni qui che ti do la semiosi).
Misere osservazioni a riguardo:
1) noi siamo paurosamente indietro.
2) che cazzo di muro ci vuole per appenderle tutte
3) anche Eco agli occhi del mondo è un fenomeno da baraccone
4) speriamo che il mio compleanno venga almeno celebrato sul perizoma
5) auguri.
Postato da vicedirettore alle 18:36 2 interpretante/i
Nomotetizzazioni >> uanema
17 dicembre, 2006
Non tutti i maledetti sono delle rockstar
Comprate il nuovo libro. Tutti i maledetti fanno uscire inediti postumi a distanza di anni. ultime noWità, il nuoWo di john lennon, l'ultimo di jimi hendrix, piero pelùa purtoppo non ha mai smesso. perché non anche wittgenstein?
Postato da Andrea Marino alle 23:39 4 interpretante/i
Nomotetizzazioni >> senso droga rock'n'roll
15 dicembre, 2006
LA comunicabilità della semiotica
secondo voi se uno vi chiede 'cos'è la semiotica'
è giusto tentare di far veramente capire cosa sia?
questa scienza, e già si usano parole pesanti, tratta di: ....
vi sfido, uomini, studenti, semiotici e non, attanti, attori, e soprattutto docenti:
aiutate il mondo piccolo-semiotico: abbiamo bisogno di sentire che ciò che facciamo è buono anche per l'uomo della strada, dateci una street-semiotica. la semiotica dell'uomo della strada piena di fuck, molto punk. non è giusto che metallari punkettoni e il famoso uomo medio siano esclusi dalla gioa semiotica.
vogliamo una semiotica per gradi e piccini. vogliamo una semiotica natalizia che ci faccia sentire tutti meno in pigrizia, vogliamo grazia, amiamo la galizia. vogliamo una fenomenologia della bontà . e poi vogliamo tanti gargamella, tutti jellati come gargamella. vogliamo scatenare la burla semiotica, la corrosione del senso, il decadere dell'istituzione. vogliamo la rivoluzione. vogliamo un nuovo disco di battiato ma come quelli vecchi. vogliamo che non si perda mai la voglia di scatenare. riconoscere la necessità del divenire. vogliamo
'un po' di possibile per favore, sennò soffoco' (Svevo)
'tutto quel che si può dire, si può dire in modo chiaro con tre parole' (circazione)
ora sta a noi,
a.
Postato da Andrea Marino alle 22:08 5 interpretante/i
Nomotetizzazioni >> comunicazione, semiotica
Deleuziamoci tutti appassionatamente
Deleuze è l'uomo più citato nelle università italiane, non so se a ragione ma sicuramente con delle ragioni. indubbiamente l'uomo ha fascino intellettuale da vendere.
arrivare alla fine di una sua pagina e dire: sì (sì) ho capito. è una bella cosa, dà soddisfazione, ti alzi dalla sedia e sei un po' diverso. deleuze è spesso criptico, difficile, poetico, analitico, e molte altre cose. per questo dà soddisfazione capirlo.
'spacca il concetto' ha detto montanari al primo seminario. e quando spacca spacca.
'spacca e rappresenta' dicevamo ridendo al liceo, (immaginate i pantaloni hip hop, fatto?)
che strano senso ha ora quella frase
l'effetto di senso è mutato..
tornando a deleuze.. che si pensa di lui?
tu, che ne pensi, dì
Postato da Andrea Marino alle 21:52 0 interpretante/i
Abecedaire Deleuze, part troisième
ORE 17.00 @ Aula 5 facoltà di Lettere e Filosofia , via Zamboni 38
C38 presenta
A,B,C...DELEUZE
R comme RESISTANCE
con TONI NEGRI
temporale, l'università diviene un nodo centrale delle reti
produttive metropolitane. Perciò vogliamo sottrarre i saperi a qualsiasi retorica
che li vorrebbe neutrali, oggettivi, già dati.
nuove linee di fuga dal dominio capitalistico, un territorio aperto nel quale
dare vita a dispositivi di soggettivazione e costituzione comune di un nuovo
agire politico. Tra questi quello dell'autoformazione è sicuramente tra i più potenti.
capitale" M. Tronti, Operai e capitale - "La resistenza è prima" G. Deleuze
Foucault) vorremmo analizzare l'esperienza dell'operaismo italiano e la
produzione filosofica di un certo post-strutturalismo francese.
L'obiettivo dell' incontro è quello di far emergere, all'interno di alcune specificità irriducibili, una
costellazione comune tra questi due percorsi.
innovazione del linguaggio e della pratica politica possa trovare in questa
costellazione una potenza da esplorare e reinventare nell'azione.
La proiezione e l'incontro sono organizzati dal:
C38, Collettivo di Lettere e Filosofia - Bologna
Postato da Andrea Marino alle 21:50 0 interpretante/i