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26 novembre, 2007

Convegno AISS, secondo me

Sabato (fino alle quattro e mezza, lo confesso) e Domenica (tutta giura, sacrificando pure le partite) sono andata con alcuni semioticanti in erba al XXXV congresso dell'AISS a Reggio Emilia intitolato Destini del Sacro, discorso religioso e semiotica delle culture, un po' perchè la trasferta era fattibile, un po' perchè ho già nostalgia delle lezioni da seguire e volevo ritrovarmi in quella situazione, inoltre non ero mai stata ad un convegno e l'argomento non mi sembrava il più facile da trattare in generale, figuriamoci in semiotica, e mi incuriosiva molto.

In generale la situazione mi è piaciuta: gli argomenti sono stati stimolanti, era pieno di libri viventi, persone di cui hai studiato quello che hanno scritto ma di cui non avevo idea di come fossero fatti, di come parlavano, di come esponevano.

Ecco, questa è proprio una delle note dolenti a mio avviso. Alcuni professori, alcuni intellettuali, insomma, alcune delle persone che hanno esposto il proprio lavoro, o meglio, che hanno letto il proprio lavoro, non avevano capacità di sintetizzare il tutto ed esporlo in modo chiaro, e non tanto perchè utilizzassero un linguaggio difficile o concetti che non potevo comprendere (beninteso, alcuni probabilmente non li avrei capiti lo stesso) ma perchè prima di tutto a leggere il proprio lavoro parlavano troppo veloce e non facevano proprio il discorso, in più alcuni perdevano un sacco di tempo a loro disposizione, che era circa mezz'ora, a spiegare l'argomento in generale per non arrivare mai all'analisi semiotica..il chè mi è sembrato abbastanza strano, vuoi perchè eravamo proprio ad un convegno di semiotica, vuoi perchè pretendono che noi studenti ad una domanda di esame rispondiamo velocemente e senza fronzoli, bisogna arrivare dritti al concetto, nemmeno il tempo di essere un po' timidi, la minima insicurezza è spesso tacciata di ignoranza..per non parlare della nostra tesi di laurea: dovremmo farci capire, interessare la commissione e non farci intimorire, senza né la possibilità di leggere né di usare il power point...beh ci capiranno allora se non saremo proprio perfetti, perchè non lo sono loro dopo anni, alcuni decenni, di esperienza..nessuno si meravigli se anche noi avremo delle difficoltà..

Per il resto alcune relazioni sono state illuminanti, le tavole rotonde molto interessanti, soprattuto per lo spunto di riflessione che ci hanno lasciato. Mi è dispiaciuto molto non aver ascoltato alcune esposizioni, perchè nel pomeriggio gli atelier erano concomitanti.

.Un grazie particolare al professor Montanari, uno dei pochi professori che ci ha salutato e ha scambiato qualche parola con noi.

Ah: i semiotici mangiano bene: il catering che ci è stato offerto era ottimo.



ele

1 commento:

Anonimo ha detto...

concordo con la critica sull'esposizione: già bruttina di per se l'abitudine di leggere l'intervento, in certi casi rendeva addirittura soporifero l'ascolto, quando la relazione veniva letta in tono piatto e monocorde, senza pause, nè incisi.
bello l'intervento di Fabbri, interessante, non di rado spiritoso e soprattutto pronunciato rivolgendosi al pubblico! ;)

Lou