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24 ottobre, 2006

Per Mezzofanti letterato

Ero fermo ad un rosso col motorino, per questo l'ho visto.
In attesa di ripartire mi sono guardato attorno e ho sbirciato la targa della via. Diceva: via Giuseppe Mezzofanti, cardinale e poliglotta vissuto dal 1774 al 1849.
Mi sono chiesto cosa comporta l'intitolazione di una via. Siamo abituati, soprattutto a Bologna, a personaggi o eventi carichi di alti valori simbolici. Le migliori non hanno bisogno di spiegazioni. Via Giuseppe Mazzini, corso Roma, piazza Trento e Trieste, Largo Caduti.
Per i nomi che non si studiano a scuola, si sente il dovere di giustificare l'importanza assegnata con il conferimento dell'onore toponomastico: Piazza Peppino Impastato, vittima della mafia. Via Anteo Zamboni, antifascista. Via Ugo Bassi, patriota.
Via Giuseppe Mezzofanti, cardinale e poliglotta. Viene da pensare sia stato un grande cardinale di Santa Romana Chiesa, modello Richelieu, un uomo capace di sortire gli eventi del mondo. E se non lo fosse? Poliglotta. Giuseppe Mezzofanti, riporta Wikipedia, "si diceva parlasse fluentemente 38 lingue e 50 dialetti".
Scusate, forse verrò scomunicato, ma d'altronde questo verde non scatta mai. Mi ci viene da ridere. Penso a ipotetici personaggi celebri del tipo: Pasquale Ammirato, "si diceva facesse 25 pèrete in in minuto e che parlasse con i rutti"; o Luigi Cammello, "conosceva a memoria tutte le targhe di Bologna e a chi appartenevano".
Si obietta, giustamente, che conoscere 38 lingue e 50 dialetti nel 1774 doveva essere pregio abbastanza straordinario. Il problema sta infatti nella giusta inquadratura del frame. E comunque sembra un valore di non subitanea comprensione, almeno per uno che aspetta solo che finisca il rosso. Giuseppe Mezzofanti, ammettiamolo, detta così poteva essere un fenomeno da baraccone. "Cardinale parlate in gaelico!" "Cardinale, venga qui, ci dica qualcosa in qualche lingua strana!" "Cardinale, cardinale: aùghs wip ciòht ruk!" e giù tutti a ridere come dei pazzi.

I dialetti, pure. Era un mito: "vossìa me dise che xe nu minchia i palemmitanu, ca ha rutt tutt' e ccose dint'a chiesa. Dè, osì non si fa, o bimbi!

Vogliamo rispetto insomma, per i nomi delle vie e quello che ci scriviamo. Per me la dicitura "poliglotta", o non fa onore al personaggio, o non fa onore alla scelta.
Che vuol dire, insomma: studioso,letterato, anche un generico "medico", che pure sarebbe dubbio, è più accettabile. Perché allora non Giuseppe Mezzofanti, linguista illustre traduttore? Sarebbe meglio. Raccogliamo le firme?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

tra Trento e Trieste (E senza accento, attenzione!) noi si parlano 3 lingue e 2 dialetti variamente graduabili. C'abbiamo pure il mare e le montagne, un lungo ponte e ogni 2 anni siamo entrambe capoluogo di regione.

Noi ce la meritiamo la targa, anche se orribilmente cacofonica.

Anonimo ha detto...

anche io voglio una via, parlo 10 lingue e almeno 80 dialetti...