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29 settembre, 2006

Devolution dei fini e devolution dei mezzi

di Erika Gardumi

Quello che più mi ha sorpreso in questo giugno pre-referendario è l’atteggiamento bonaccione e ammiccante della Lega Nord. Del grido “o devolution o morte” sono rimasti solo un paio di interventi rassicuranti alla tv: “no, ma ne riparliamo, la legge va sistemata con l’apporto di tutti”. E a chi si chiede “ma voi non eravate quelli che minacciavano di andarsene dal governo se non fosse passata la riforma federalista?” risponde la faccia topogigia di Calderoli, con un sorriso accogliente e un imbarazzato “ma cosa mi dici mai?”.
Non è quantomeno strano che il Carroccio cerchi larghe intese sul suo principale programma di governo (l’unico?), per cui tra l’altro era disposto a tutto? Non lo è. È appunto disposto a tutto, anche a fare le fusa a destra e a sinistra pur di avere il suo Senato Federale della Repubblica (di sapore galattico, ne converrete).
Da questo si capisce molto sul loro significato di devolution: non parlerò della legge ‘porcata’ (è una bella parola, la dice anche Tremonti, e probabilmente significa ‘saggezza’) né delle sue scelte di distribuzione del potere, ma unicamente del senso che la Devolution assume per un elettore della Lega. È uno sganciarsi dal Bene Comune per pensare finalmente al proprio bene: è cioè una devolution dei fini, la legittimazione totale a curare solo il proprio giardino. Ogni Regione per sé, in un federalismo fiscale che si fa burla dello Stato e delle sue ridicole pretese di uguaglianza tra gli italiani (perché pagare le tasse, ce lo dice un qualche filosofo della tv, mi pare, non è nel nostro – anche se è nel Nostro – interesse). La devolution dei mezzi, invece, può essere cosa buona. Senza perdere di vista un Fine condiviso (stare bene, abbastanza condivisibile?) si possono decentrare alcune possibilità.
Nel suo piccolo è quello che sta facendo pe_Rizoma: il giornale cartaceo si è decentrato (aprendo un blog all’indirizzo http://pe_rizoma.ilcannocchiale.it/) per dare più possibilità di interazione, senza perdere di vista l’obiettivo principale: scatenare il dibattito su quello che vediamo e studiamo ogni giorno. La rivista su carta continuerà il suo ruolo d’avanguardia e sarà disponibile nell’atrio del dipartimento di discipline della comunicazione: la cassettina offerte che troverete è per un vostro simbolico contributo alla stampa (0,30 cent a copia), reso necessario dall’improbabile qualità delle fotocopie non in off-set. Pe_Rizoma si espande, anche grazie a voi, e intende lasciare il link in fondo agli articoli più dibattuti in redazione per continuare la discussione. Aspettiamo vostri interventi e lettere, a conferma che di questo spazio abbiamo bisogno tutti, perché la Devolution dei mezzi moltiplica le possibilità, mentre la Devolution di fini divide il Bene in tanti beni miopi e isolati. E tra il moltiplicare e il dividere, il Rizoma sapete da che parte sta.

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