La semiotica è vasta, impossibile coprirla tutta. Forum di attualità, cultura e innovazione degli studenti di Discipline Semiotiche, Bologna. IL PE_RIZOMA è UNA RIVISTA GRATUITA! MAIL: pe_rizoma@yahoo.it

05 ottobre, 2006

Prime avvisaglie semiotiche

Le prime file delle aule di semiotica sono sempre troppo vuote.
Così, in uno sforzo stoico immane - con vene greimasiane del collo gonfie fino all'inverosimile e programmi narrativi di ferro, temprati al fuoco che crea il fumo che è un segno naturale del fuoco che sussiste anche senza di un interprete a interpretarlo (solo che se c'è, pensa Eco è meglio) - un manipolo di eroici perizomatici stamattina si è presentato all'avvio delle lezioni del maestoso secondo anno (quello delle tesi e delle partenze, per intenderci: entrambe ahimé) se-den-do-si addirittura in prima fila!

Già me li vedo, belli, carichi, con la sola forza possente delle loro pippe mentali e dei loro cervelli rizomatici, privi di alcun aiuto psicotropo esterno (niente caffè, e sbornia del giorno prima ancora in "canna", aho, dei pazzi).

Asfaleia, armato di un quaderno francese coi righi strani su cui anni prima, in quel di besansòn, fra una miriade di parole francofone e accentate aveva appuntato un lapidario "si trasforma in un cazzo missile e si intrufola nelle tue valvole", adesso fa una striscia con la penna rubata al suo vicino di banco semiotico, e vi verga sopra le parole di fuoco: "Analisi del discorso politico, prima lezione, prof. Montanari, 5 ottobre duemilaessei". Poi posa la penna, indomito ma soddisfatto, e si mette a sfogliare borioso le sue fotocopie di Peirce, autoschiaffeggianti in caso di colpo di sonno.

Il Vicedirettore, sfoderato (nel senso di privo di fodera) in un abito molto rock che lascia trasparire un po' di pelo di coscia rock - il che fa molto rock - con una maglietta gialla attira moscerini (dannati generativi!*), guarda con aria di sfida il prof. Montanari, chè lui stesso poteva ricordare in precedenti lezioni pozzatiane sulla costruzione del senso del quotidiano "Gramna" de L'Avana, Cuba. Lo guarda, insomma, con sguardo semiotico e sputasentenze, poi si dà un'allisciata alla barba incolta e rock, si scaccola giusto un po' ma con ritegno elevando a dignità di simbolo alcuni gialli frutti dal suo corpo secreti, e lo apostrofa in tono di sfida, dicendogli con il solo movimento peristaltico del sopracciglio destro: "Montanà- ahoh - t'ho riconosciuto: srotola pure il tuo percorso narrativo come meglio credi, ma aocchio a 'ndove cogli, capito, 'che c'hai il perizoma tutto 'm prima fila, e ti si vede tutto"

Esila allora, nelle vesti dirigenziali di direttore indomito, muliebre ma armata di maschia e virulenta tenacia , a guidare la combriccola di intrepidi disperati, con la penna superfast e la mano che condanna e che consola i suoi redattori, in perenne dissidio con il vicedirettore mancino che gli sgomita di fianco, beve acquaragia per temprarsi le budella attorcigliate e scrive brevi frasi puntuative sul suo taccuino di pelle di vecchi redattori. Prende appunti della - pfui - lezione, per conservare le prove con cui poi smontare il professore nel prossimo editoriale perizomico costipato come sempre in mille battute, fra una denuncia d'intenti programmatici, un po' di informazioni di servizio, la ricetta della zuppa al pesto, e qualche staffilata polemica ai ciellinidimerda dai quali in fondo poi lei proviene.

Marina quindi, vestita di nero, che fa più paura. Arriva in ritardo ma si siede sbeffeggiante in prima fila anche lei, e po' se ne sta ritta ritta col dito teso, pronto e intimoritore, in grado di debraiare qualsiasi cosa si muova nel raggio di ben cinque chilometri, pronta a sfrustarti di rigurgiti neoplatonici quando le pare e piace giusto per farti capire con chi tieni a che fare.

In seconda fila, secondi ma mai assecondi, il direttore della situazione, che staziona e situaziona fra una Elena di Livorno qualunque ed il dandolo in versione dandy alla "mòtealliscioilpelo babe", intenti entrambi a passare in rassegna con fiero sguardo marsciano e indagatore le nuove proposte semiotiche che si presentano hodie all'appello, ahimé sempre mediocri, ma promettenti sotto le vesti troppo semiotico-impettite. Impaghi della lezione, i due se ne stanno così tre ore a sfoltire con sguardi ormonali la distanza fra i programmi narrativi delle giovani donne semiotiche e lanciare azioni manipolatorie dalla vaga parvenza sanzionatoria del tipo: lo so che non ti piaccio, ma il tuo perizoma lo comando io, e se voglio lo imposto su spartichiappe automatico ogni cinque minuti, così vediamo se ti deconflittualizzi e ti convinci addarmela dando sollievo alla mia semiosi illimitata.

Questa, la formazione, in prima e feconda fila, che dopo due minuti di posizione eretta e tono di sfida già piangevano già tutti interiormente e reclamavano un caffé, promettendo balli semiotici e tesine di Leonardi a chiunque avrebbe potuto fermare il tempo per concedere il lampo di una ingozzata di spiccioli alla macchinetta.

Perizzomi in prima fila: tutto può accadere, men che meno l'improbabile. A ottobbre, in tutti i cinemi radical-deleuziani.

Simon de Tournai
mr. cellophane

*non che i moscerini siano generativi come specie, ma un'imprecazione nei confronti dei generativi ci sta sempre e fa molto rock.

6 commenti:

marina ha detto...

Se Perizoma chiama Marina risponde e dice: "...non ci poteva essere giornale più adatto a me!"

Andrea Marino ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Andrea Marino ha detto...

siamo alla seconda lezione. le defezioni si contano sulle dita dei piedi di un millepiedi. gli oggetti di valore degli sguardi ormonali sono già fuggiti tutti verso meno semiotici (si può?) e ancor meno esotici lidi. i perzomatici si sono spostati dalle 6 alle 26 file all'indietro..
insomma abbiamo bisogno di un nuovo numero di pe_Rizoma da sfogliare, sennò che cavolo ci andiamo a fare lezione?

Esila ha detto...

solo una vasta gamma di nuovi ghegget (prob. pronuncia di gadget), dal nuovo numero di pe_rizoma con bingo allegato al ben più estetico e feticista macintoshista ai-pod, possono salvarci dalla deriva verbo-economico-padoaschioppica del discorso. Che Hi-dea, pare che Umberto Eco ne abbia avuta UNA carina...

i ceci portateveli da casa, ricchi premi e cotillons!

Anonimo ha detto...

...in tutto ciò...

JACOPO non paga mai un caffè!!!

Fedina Fatina ha detto...

commento in genetale un po' alcolico ma sincero..complimentoni da trento!
Siete dei gradi e vi stimo tutti!